L’Autostima

Per Autostima si intende l’insieme dei giudizi valutativi che l’individuo dà di se stesso.

Questi ultimi sono intesi come giudizi di valore personale e non di capacità personale; una persona infatti può valutarsi inefficace in una data attività senza avere perdite di autostima se non investe tale attività nel senso del proprio valore personale, viceversa ci si può sentire molto efficaci in una data attività senza gloriarsi delle proprie prestazioni.

Il giudizio di autostima non è generalizzato ma specifico e varia in base ai diversi ambiti di vita (lavoro, familiare, sociale, tempo libero), ad esempio un manager potrebbe avere un’alta autostima nel lavoro ma non apprezzarsi come genitore.

Ma come si forma la nostra autostima?

L’autostima ha diverse fonti:

Autovalutazioni basate sulla competenza personale: nell’autostima che deriva dalla competenza personale, le persone si sentono orgogliose quando rispettano i loro standard; le competenze personali che forniscono i mezzi per riuscire nelle attività investite di valore personale offrono una solida base di autostima.

Autovalutazioni basate sulle valutazioni altrui: il senso di valore personale tende a riflettere le valutazioni ricevute dagli altri. Spesso tali valutazioni riflettono l’apprezzamento o il disprezzo delle caratteristiche delle persone piuttosto che un giudizio sul loro operato, in questi casi le valutazioni sono connesse a caratteristiche personali e allo status sociale invece che alle competenze. Inoltre le persone sono oggetto di critiche e disapprovazione perché non riescono ad essere all’altezza degli ideali o degli standard di aspirazione imposti da altri, finché adotteranno tali standard, la maggioranza delle cose che faranno sarà fonte di autosvalutazione, data l’incapacità di essere all’altezza di essi. Il senso di valore personale è influenzato anche dagli stereotipi culturali, infatti  le persone possono essere classificate in gruppi apprezzati o deprezzati sulla base della loro etnia, della razza, del sesso o delle loro caratteristiche fisiche.

In sintesi le persone che possiedono competenze limitate, standard elevati di autovalutazione e attributi che la società denigra sono quelle che più probabilmente nutrono un senso generale di svalutazione personale.

Come abbiamo detto in precedenti articoli, gli stimoli esterni non sono positivi o negativi in quanto tali, ma assumono l’una o l’altra accezione in base a come li interpretiamo ed analizziamo; a tal proposito Sacco e Beck (1985) hanno descritto una serie di distorsioni cognitive che spesso chi soffre di bassa autostima applica:

  • Inferenze cognitive: attraverso le quali gli individui maturano delle idee arbitrarie su se stessi senza l’avallo di dati reali e obiettivi.
  • Astrazioni selettive: per mezzo delle quali un piccolo particolare negativo viene estrapolato, divenendo emblematico e rappresentativo del proprio modo di essere.
  • Sovrageneralizzazioni: per cui si è portati a generalizzare partendo, per esempio, da un singolo tratto di personalità che contraddistingue un individuo o da un singolo episodio esperienziale che lo ha visto protagonista.
  • Massimizzazione: attraverso la quale si attribuisce importanza maggiore agli effetti negativi di una singola azione svolta.
  • Minimizzazione: la quale diminuisce la portata positiva di qualche evento.
  • Personalizzazione: quando si manifestano eventi negativi si può accusare se stessi (Personalizzazione Interna) oppure gli altri (Personalizzazione Esterna). Le persone che si autoaccusano degli eventi negativi hanno di conseguenza bassa autostima e credono di essere prive di valore e talento; viceversa le persone che attribuiscono agli eventi negativi fattori esterni non perdono l’autostima. All’opposto le persone che credono di essere causa degli eventi positivi amano più se stesse di quelle che attribuiscono eventi positivi agli altri.
  • Pensiero dicotomico: che non ammette sfumature nell’ambito delle assunzioni di responsabilità, riconducendo l’analisi ai costrutti del tutto e niente.

 

Per aumentare l’autostima pertanto bisognerebbe:

  1. Sviluppare le competenze personali
  2. Porsi standard idonei e raggiungibili
  3. Utilizzare un’attribuzione cognitiva positiva

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